Tullio Scrimali
Università di Catania e ALETEIA, Polo Clinico ed Universitario degli Erei
Biodisponibilità e Modalità di Somministrazione del CBD e di NegEnt, Cannabidiolo Liposomiale per Aromaterapia
Per ogni prodotto, di derivazione vegetale, da utilizzare, con finalità salutistiche o terapeutiche, occorre affrontare e risolvere, preliminarmente, il problema della sua biodisponibilità, a livello dell’organo su cui la sostanza stessa debba svolgere la desiderata azione terapeutica. Per biodisponibilità, di un farmaco si intende, la caratteristica che descrive, come e in che quantità, le sue molecole vengano rese disponibili nel sito di azione, dopo che siano state somministrate al paziente, in una delle possibili modalità, per esempio, per via inalatoria, sublinguale, per ingestione, rettale, transdermica o iniettiva e, in questo caso, per via intramuscolare e/o endovenosa (Notari, 1981)
Classico, e molto dimostrativo, il caso della penicillina, uno dei farmaci più importanti nella storia della Medicina, capostipite di tutti gli antibiotici. Dopo l’osservazione, attuata, nel 1928, dallo scozzese Fleming, che il fungo Penicillium notatum fosse in grado, in vitro, di svolgere una potente azione battericida, in colonie di streptococchi, fatti moltiplicare su un idoneo terreno di coltura, ci vollero lunghi anni di studi e ricerche per arrivare ad estrarre la penicillina e, soprattutto, per rendere questa sostanza in grado di essere assunta, per bocca o per via iniettiva, e diffondersi in tutto l’organismo per agire sui batteri responsabili dell’infezione in atto.
A questo progetto collaborarono altri due ricercatori inglesi, Howard Florey e Ernst Chain. Infatti, per ottenere la penicillina in forma farmaceutica, occorrevano competenze pluridisciplinari ed il team inglese lavorò alacremente per lunghi anni. La nuova medicina, infatti, fu disponibile, come farmaco, idoneo per l’impiego clinico, solo nel 1941.
Poiché, intanto, l’Inghilterra si trovava sotto la devastante aggressione nazista, e doveva concentrarsi soprattutto sullo sforzo bellico, la realizzazione della formulazione, che ne rese possibile la produzione su larga scala, fu spostata negli Stati Uniti, nel 1943.
Pertanto, dalla scoperta di Fleming, che il Penicillium notatum inibiva, in vitro, la crescita di colonie di streptococchi, all’applicazione clinica, su larga scala, sono stati necessari ben quindici anni e dovettero collaborare, in team, diversi ricercatori e specialisti di farmacologia.
Alexander Fleming ricevette il Premio Nobel, per la Medicina, nel 1944, insieme ai suoi stretti collaboratori, Howard Florey e Ernst Chain. (Sneader, 2005).
Il primo obiettivo, di chimici e farmacologi, che lavorarono sul Penicillium notatum e sulla Penicillina, fu quello di cercare di isolarne la componente attiva. Ben presto si scopri, che modificando, in modo opportuno, il terreno di coltura del fungo, si poteva ottenere una molecola che costituiva la componente principale e farmacologicamente attiva della penicillina, l’acido 6-amminopenicillanico. Da questo composto si riuscì, poi, ad isolare la parte della molecola responsabile dell’attività antibiotica, cioè l’anello β-lattamico. Quindi, il percorso, dal fungo, Penicillium notatum, un vegetale presente abbondantemente in natura, ma non utilizzabile in terapia, alla penicillina, farmaco salvavita, prodotto dall’industria farmaceutica su larga scala, è stato veramente lungo e complesso.
Per il cannabidiolo, un simile, difficile iter, dal vegetale, Cannabis sativa, al prodotto che cura, è iniziato da poco e appare costellato di difficoltà e criticità non ancora risolte.
In questo articolo descrivo, in modo sintetico, come si sia svolto un simile percorso, dalla cannabis sativa di tipo industriale (light) al cannabidiolo, e, successivamente, come, presso i laboratori di Herbal Neurocare (www.herbalneurocare.it), si sia riusciti ad ottenere, dal cannabidiolo isolato, l’innovativo NegEnt, un prodotto per Aromaterapia, a base di cannabidiolo liposomiale, altamente biodisponibile e le cui modalità di somministrazione, come vedremo, risultano molto flessibili.
Il cannabidiolo agisce sui recettori CB1, presenti soprattutto nel sistema nervoso centrale, con una azione tranquillante, a bassi dosaggi, e neurolettica ad elevate posologie. Sui recettori CB2, distribuiti in quasi tutto il corpo; svolge, invece, un’azione antinfiammatoria e di riduzione del dolore. Il CBD si dimostra anche capace di rallentare o impedire la replicazione di cellule cancerose e di diverse specie batteriche.
Per produrre la sua azione farmacodinamica e terapeutica, a livello sistemico, il cannabidiolo deve, quindi, penetrare nell’organismo e raggiungere i vari organi e apparati. Un primo serio problema, che si presenta, con questa sostanza, è che la molecola, appartenente alla famiglia dei terpeni, non è solubile in acqua (quindi non è idrofila) e si mescola solo con i grassi, risultando, pertanto, lipofila. Per tale ragione il cannabidiolo viene quasi sempre prodotto e venduto diluito in oli vegetali con la denominazione di olio di CBD. Una sostanza, che deve essere assorbita e portata, dal torrente ematico, ai vari organi e sistemi, sui quali eserciterà la propria azione terapeutica, dovrebbero essere, invece, idrosolubile. Poiché il CBD, in quanto terpene fenolico, esibisce le caratteristiche tipiche dei lipidi, viene digerito, nell’organismo umano, a partire dalla bocca, e poi nello stomaco, nel duodeno e nel fegato, da diversi enzimi, i più importanti dei quali sono le lipasi. Questo significa che il cannabidiolo, somministrato come olio, viene degradato, nell’apparato digerente, in gran parte, prima di passare nel torrente ematico e raggiungere gli organi bersaglio (Pertwee, 2016).
Si è cercato, pertanto, di rendere il cannabidiolo artificialmente idrosolubile legandolo, mediante un procedimento fisico di laboratorio, che utilizza gli ultrasuoni, a particolari molecole, sempre di origine vegetale, denominate liposomi. Tali molecole sono, pur sempre lipidiche, ma risultano costituite da minuscole sfere denominate droplet in inglese e micelle in italiano, che, all’esterno, sono idrofile e, quindi, si sciolgono benissimo nell’acqua, mentre, all’interno, sono lipofile e, quindi, inglobano facilmente il CBD. Si ottiene così il cannabidiolo liposomiale, un composto idrofilo, che esibisce elevata biodisponibilità, in ogni caso, anche se assunto mediante le più diverse vie di somministrazione (Scrimali, 2020).
Per esempio, può essere aggiunto a qualunque bevanda, come l’acqua, ma, anche, ai succhi di frutta, al vino, alla birra o al caffè ed essere assunto, in tal modo, per ingestione. A tal, proposito occorre sottolineare, tuttavia, che il cannabidiolo lipofilo, disperso in olio (il cosiddetto olio di CBD), se ingerito, viene, in buona parte digerito e inattivato, nel suo percorso nell’apparato digerente. In tal modo, solo una piccolissima parte della preziosa sostanza raggiunge i recettori bersaglio ed esercita la su azione farmacodinamica. Il cannabidiolo liposomiale può essere, altresì, mescolato con liquidi (e-liquid impiegati nella cosiddetta sigaretta elettronica, del commercio) svapabili e fumato con piccoli dispostivi elettronici. Oppure, ancora, il cannabidiolo liposomiale, NegEnt, può essere deposto, in gocce, sotto la lingua dove il CBD liposomiale attraversa, facilmente, la mucosa e raggiunge la vena sublinguale, per poi penetrare nel torrente ematico e distribuirsi velocemente in tutto il corpo, raggiungendo, in pochi minuti, anche il cervello, per esercitare la sua azione ansiolitica, tranquillante, antipanico ed ipnoinducente (Scrimali 2022).
Un prodotto a base di cannabidiolo liposomiale, come NegEnt, può essere assunto, pertanto, in modo molto flessibile, secondo diverse modalità che, sinteticamente, riporto e discuto: (Bruni, Della Pepa, Oliaro-Bosso, Pessione, Gastaldi, Dosio, 2018):
Inalazione veloce tramite svapatori elettrici
NegEnt è stato sperimentato, con successo, aggiungendolo a liquidi per svapatori. Per esempio, tre gocce in una dose di liquido, utile per una svapata di media durata. L’assorbimento risulta veloce ma il sapore, ad alcuni soggetti, è risultato poco gradito e il vapore talvolta un tantino irritante. Altri, invece, hanno trovato questa modalità di assunzione comoda e gradevole. L’effetto del CBD si percepisce entro mezz’ora.
Inalazione lenta mediante vaporizzatori ad ultrasuoni con effetto ambientale
Aggiungendo cinque gocce di NegEnt, nel serbatoio di un vaporizzatore elettronico, ad ultrasuoni, da 250 millilitri si può assorbire lentamente il cannabidiolo, per esempio, durante la notte, respirando regolarmente. Tale modalità risulta molto gradita perché il vapore, ricco di cannabidiolo liposomiale in sospensione, penetra facilmente nelle vie respiratorie, disinfiammandole e favorendo la ventilazione polmonare ed un sonno profondo e ristoratore. Questa procedura si può attuare, però, anche di giorno, per esempio, in ufficio, ponendo il vaporizzatore elettronico sulla scrivania oppure in auto, per la quale sono stati appositamente realizzati piccoli vaporizzatori da viaggio, alimentabili dalla presa a 12 volt del veicolo
Deposizione di gocce sotto la lingua
Questa modalità è quella più indicata, quando si vuole ottenere un’azione rapida, intensa e stabile. L’assorbimento è veloce e massivo e il cannabidiolo liposomiale, di cui è composto NegEnt, viene trasportato velocemente, dal sangue, verso i siti d’azione. Tale modalità di somministrazione appare indicata quando si vuole ottenere un effetto rapido ed intenso che però, risulta, più fugace. Questa opzione appare quella da prediligere, quando si utilizza NegEnt come tranquillante, antipsicotico o ipnoinducente. In tal caso conviene assumere tre dosi al giorno: al mattino, a metà giornata e la sera.
Di recente ho studiato un sistema di somministrazione rapida, per via sublinguale, di una dose predeterminata, di 50 mg di NegEnt, tramite un piccolo e discreto dispositivo medico, che il paziente può tenere in tasca ed utilizzare in caso di attacco di panico. In tal modo, in caso di crisi, e dovunque si trovi, il paziente può immediatamente deporre, sotto la lingua 50 mg di cannabidiolo liposomiale, contenuto in cinque gocce di NegEnt, in grado, in pochi minuti di risolvere l’attacco di panico. Il dispositivo medico sviluppato in corso di sperimentazione, l’ho definito NegEnt Panic Blocker (Scrimali, 2023).
Ingestione, tramite diluizione in acqua o in bevande varie.
In questo modo, l’effetto terapeutico si palesa dopo un lasso di tempo maggiore (in genere 30-50 minuti) ma dura più a lungo. Disciogliendo le gocce di NegEnt in mezzo bicchiere d’acqua, si realizza un modo di assunzione ottimale, per i trattamenti prolungati, in ambito, soprattutto, neuropsichiatrico. Occorre ricordare che il cannabidiolo liposomiale, su cui è basato NegEnt, reso idrofilo tramite il processo di emulsione ad ultrasuoni, e viaggiando, nell’apparato digerente, protetto dentro le micelle liposomiali idrofile, non viene digerito dallo stomaco, né inattivato al primo passaggio dal fegato, e quindi raggiunge, in elevata quantità, i siti recettoriale d’azione, esercitando, al meglio, la sua azione farmacodinamica ed esibendo un’elevata biodisponibilità che difetta, invece, al cannabidiolo idrofobo somministrato per bocca, disperso in olio. L’assunzione di NegEnt, diluito in acqua, o oltre bevande è vantaggiosa per i trattamenti di più lunga durata, specie con i pazienti afflitti da disagio psichico e in età evolutiva. Le gocce di NegEnt sono molto amare e poiché, dopo la deposizione sotto la lingua qualche traccia rimane, i pazienti, spesso, si lamentano. Invece, disciolto anche solo nell’acqua e, a maggior ragione, in bevande gradevoli NegEnt perde il suo sapore amaro e viene accettato molto meglio, soprattutto dai bambini. Non lascia retrogusto alcuno in bocca e non provoca alcun problema digestivo.
Applicazione sulla cute
In questo caso, il cannabidiolo liposomiale svolge la sua azione, antinfiammatoria e analgesica, direttamente sulla cute e poiché, il CBD possiede qualità antisettiche ed antibiotiche, può essere utilizzato, sotto forma di crema o lozione, anche sulla cute escoriata o ferita. Io stesso ho curato, con NegEnt, delle piccole, ma dolorose ferite cutanee, che mi ero procurato ad un piede, impattando uno scoglio semisommerso, mentre nuotavo, non lontano da casa mia, nel bel mare Ionio di Acicastello. In questo caso ho applicato le gocce direttamente sulle pelle, dopo l’abituale pulizia e detersione. Ho diviso, poi, la zona ferita in due parti, tracciando il confine col pennarello dermografico. Su una non ho applicato nulla, se non un cerotto protettivo, sull’altra ho applicato, due volte al giorno, mattina e sera, alcune gocce di NegEnt. La parte, trattata con NegEnt, è guarita in sette giorni mentre la parte non trattata era ancora infiammata ed arrossata per diversi, altri giorni.
Un sperimentazione simile l’ho attuata con mia moglie Wiola, allorché una medusa le aveva provocato un’ampia lesione cutanea su un braccio, anche in questo caso, nuotando nella baia di fronte casa nostra, ad Acicastello. Dopo la detersione in acqua molto calda, per neutralizzare il veleno, termolabile e asportare le eventuali vescicole lasciate dalla medusa, ancora in grado di spandere la propria tossina, ho diviso l’area colpita, anche in questo caso, in due zone, utilizzando, per segnare il confine, il pennarello dermografico. Poi ho trattato una parte con una crema a base di cortisone e di antibiotico e l’altra con cannabidiolo liposomiale, sotto forma di lozione. Il risultato di NegEnt è stato superiore a quello fatto osservare dalla crema antibiotica e cortisonica. La parte trattata è guarita prima ma, soprattutto, il dolore è cessato molto più rapidamente.
Via transdermica
L’applicazione sulla cute, di cannabidiolo liposomiale, come NegEnt, non si limita ad agire in loco ma, poiché le micelle lisosomiali, che contengono il CBD, passano facilmente attraverso la cute, esse possono raggiungere anche i muscoli e le articolazioni. In questo modo, il cannabidiolo liposomiale e NegEnt ,che su di esso è basato, possono diventare preziosi presidi in, reumatologia, traumatologia e ortopedia.
In conclusione, il cannabidiolo liposomiale e NegEnt, che su di esso è basato, si dimostrano prodotti in grado di contribuire significativamente alla salute umana e degli animali, sui quali sono stati dimostrati i medesimi effetti positivi. Per esempio, alla mia carissima cagna Tea, ho curato, con successo, una ferita alla zampa anteriore sinistra, mediante applicazione diretta di NegEnt, sulla cute lesa, mentre il mio cane Toast ha superato, sempre grazie a NegEnt, in poco tempo, una dolorosa distorsione, che lo faceva zoppicare vistosamente. Ai miei cani NegEnt lo somministro, se desidero un effetto sistemico, in un poco latte di cui sono ghiotti! Non si accorgono di nulla e leccano fino all’ultima goccia!
La possibilità, di NegEnt, di essere svapato, respirato, assorbito per via sublinguale, ingerito, deposto sulla cute ed assorbito per via transdermica, ne fa un prodotto per Aromaterapia, efficace, ma, anche, molto flessibile, impiegabile in vari ambiti, secondo diverse e numerose modalità.
Bibliografia
Bruni, N., Della Pepa, C., Oliaro-Bosso, S., Pessione, S., Gastaldi, D., Dosio, F. (2018). Cannabinoid Delivery Systems for Pain and Inflammation Treatment. Molecules, 23, 2478; doi:10.3390/molecules23102478
Notari, R.B. (1981) Biofarmaceutica e farmacocinetica. Padova: Piccin-Nuova Libraria.
Pertwee, R.G. (2016). Handbook of Cannabis. Oxford: Oxford University Press
Scrimali, T. (2020). NegEnt: A cannabidiol-based herbal medicine. Theoretical aspects, pharmacology, clinical and research perspectives, economic and social implications. International Journal of Herbal Medicine, 8(5): 143-151
Scrimali, T. (2022). NegEnt. Cannabidiolo liposomiale in medicina umana e veterinaria. ALETEIA Publisher, Enna.
Scrimali, T. (2023). Cannabidiolo, NegEnt e Disturbo di Panico. Preprints.
Sneader, W. (2005). Drug discovery: a history. Chichester: John Wiley & Sons.